Fondamentali nell’Italia del primo Dopoguerra in quanto pilastri di una meccanizzazione agricola ancora agli albori, i motocoltivatori sono tutt’oggi una risorsa strategica per molti imprenditori di settore. L’Italia vanta in effetti conformazioni orografiche quanto mai difformi fra loro affiancando ad ampie distese pianeggianti o caratterizzate da leggeri pendii aree agricole più aspre, al punto da aver dato luogo al concetto di “agricoltura eroica” quando danno luogo a forme di coltivazione condotte in condizioni estreme e su appezzamenti di piccole dimensioni. Esempi di agricoltura eroica, riguardano i limoneti in Costiera Amalfitana e le lenticchie di Castelluccio di Norcia, coltivate in campi sassosi, ma è soprattutto alla viticoltura che si applica tale concetto quando approccia aree impervie, difficili da gestire ma capaci di regalare vini sorprendenti, i cosiddetti “vini eroici”.
Precise le connotazioni richieste
Questi ultimi fino a qualche anno fa facevano riferimento a ben precisi territori quali, per esempio, le Cinque Terre o la Valtellina, ma in tempi recenti il Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana, in sigla “Cervim” ha definito le caratteristiche che un vigneto deve soddisfare per essere definito eroico e godere dei benefici previsti a livello statale. Deve essere coltivato su pendenze minime del trenta per cento, a oltre 500 metri di altezza sul livello del mare e deve essere strutturato a gradoni o terrazze. Fanno eccezione a tali connotazioni i vigneti allevati sulle piccole isole, ambiti che pur non essendo collocati a grandi altezze o su forti pendenze sono comunque di difficile accesso e spesso anche fortemente sconnessi in termini di fondi.
Tutte le realtà agricole sopracitate sono impossibili da approcciare con i trattori e le attrezzature tradizionali e quindi i motocoltivatori Bcs rappresentano l’unica risorsa su cui possono contare gli agricoltori per affrontare con successo i cicli colturali e manutentivi locali. Dalla preparazione dei fondi agli sfalci dell’erba fino alle pulizie dei terreni incolti e alle manutenzioni degli accessi, applicazioni eseguibili però solo disponendo di attrezzature specifiche e dedicate come risultano essere quelle che la Casa di Abbiategrasso ha sviluppato per equipaggiare i suoi motocoltivatori serie “700”. Si tratta di veri e propri trattori monoasse che abbinando a forme compatte a grandi doti di motricità riescono a muoversi in maniera sicura e determinata là dove mezzi ben più prestazionali si devono arrestare.
Esclusiva la frizione idraulica
Sei i modelli base, denominati “706 SmartSafe”, “728 PowerSafe”, “738 PowerSafe”, “740 PowerSafe”, “750 PowerSafe” e “780 StarGate”, tutti accumunati dalla presenza di soluzioni costruttive orientate a rendere la gestione delle macchine il più possibile facile, precisa e sicura, obiettivo cui guarda in particolare la frizione idraulica “PowerSafe”. Equipaggia tutti i modelli a eccezioni della versione d’attacco “706 SmartSafe” e opera mediante dischi in bagno d’olio ad azionamento midraulico pilotati in modo tale da arrestare il motocoltivatore senza far spegnere il motore nel caso l’operatore abbandoni le stegole. Si interfaccia con trasmissioni meccaniche a tre velocità in avanzamento e altrettante in retro sui modelli “728 PowerSafe”, “738 PowerSafe”, “740 PowerSafe”, “750 PowerSafe”, mentre la versione top gamma “780 StarGate” vanta di serie la presenza di una trasmissione idrostatica continua che consente di aumentare o diminuire la velocità di lavoro, così come di invertire il senso di marcia, in funzione delle condizioni di lavoro intervenendo semplicemente sulla leva “EasyGrip” posta sul manubrio. Entrambe le soluzioni concorrono peraltro a enfatizzare la versatilità operativa delle macchine, complice in tal senso anche la possibilità di scegliere per le versioni “738 PowerSafe”, “740 PowerSafe”, “750 PowerSafe” e “780 StarGate” tra motorizzazioni benzina o diesel, di produzione Honda e Briggs&Stratton le prime e Kohler e Yanmar le seconde, che coprono range di potenze massime comprese tra i sette cavalli e mezzo e gli 11 cavalli e sette.
Numerose le attrezzature dedicate
Esclusivamente a benzina invece le unità Honda e Briggs&Stratton che mettono a disposizione del modello “728 PowerSafe” potenze comprese tra i cinque e i nove cavalli e mezzo, mentre è comune all’intera serie la già citata ampia gamma di attrezzature che Bcs ha sviluppato specificamente per i suoi motocoltivatori. Fra queste, occupano un posto di primo piano quelle dedicate alla manutenzione dei tappeti erbosi e agli sfalci interfilari, attività cui sono preposti i trinciaerba a coltelli mobili “BladeRunner”, dotati di ruotine anteriori che facilitano la sterzata, e “RollerBlade”, equipaggiati con rulli antiscalpo per favorirne gli utilizzi su terreni in pendenza o in prossimità di fossati. In entrambi i casi, si tratta di attrezzature ideali per le bonifiche e le manutenzioni ‘heavy duty’ di terreni incolti, sottobosco e parchi rustici o per la distruzione dei residui di potatura e il controllo delle infestanti nelle lavorazioni interfilari.
In alternativa, Bcs propone anche trincia erba monolama esplicitamente progettati per la manutenzione di terreni rustici, aree incolte o industriali e per la manutenzione grossolana di aree verdi senza raccolta dell’erba, mansioni rese possibili dalla presenza di una lama super affilata in grado di tagliare qualsiasi prodotto erboso scaricandone poi i residui sul suolo in modo uniforme grazie a una specifica paratia posteriore. Qualora invece la manutenzione dovesse interessare prati di pregio e si volesse successivamente raccogliere il tagliato ecco entrare in azione i tosaerba a lame rotanti che Bcs propone con diametri di lavoro di 56 o cento centimetri, a seconda che operino con una o due lame. Nel caso però sfalci e pulizie non siano le attività primarie che le macchine devono affrontare, gli operatori possono giovarsi di attrezzature in grado di espletare le tradizionali lavorazioni del terreno o le classiche manutenzioni viarie. Al primo ambito guardano gli aratri, disponibili anche in versione volta orecchio e rotative, gli assolcatori e le frese, tutti attrezzi che per funzionalità e robustezza nulla cedono ai modelli mossi dai trattori tradizionali, mentre alle seconde si orientano invece le spazzole rotanti, le lame apripista e le turbine spazzaneve.
Anche la pacciamatura
Per rendere ancor più versatili e polivalenti i propri motocoltivatori, Bcs ha recentemente messo a punto due speciali attrezzature, una con telaio ammortizzato denominata “Pm-A 100” e l’altra con telaio fisso siglata “Pm-F 100”, in grado di stendere i classici veli plastici pacciamanti fissandoli al terreno in maniera ferma e definitiva. Due vomeri anteriori aprono infatti altrettanti solchi nel terreno, due ruotine premono nei solchi il telo e altri due vomeri provvedono poi a ricoprirlo chiudendo i solchi. Il tutto in un solo passaggio e, nel caso della macchina più professionale, giovandosi anche di molle di precarico collegate alle ruotine e ai bracci oscillanti dei vomeri posteriori a garanzia di un adattamento ottimale al terreno in caso di avvallamenti.
Entry level da sei cavalli
Il modello “706 SmartSafe” funge da entry level alla famiglia dei motocoltivatori serie “700” di Bcs e come tale si avvale di soluzioni costruttive affidabili, semplici e economiche nella gestione a partire dalla presenza di un sistema di sicurezza ad azionamento meccanico che si affianca a un cambio a rapporto singolo e a un motore a benzina Genkins “Gk210” da sei cavalli di potenza. Tali connotazioni orientano la macchina ad attività condotte all’interno di serre e di piccoli orti rendendola un ausilio prezioso anche a quanti amano praticare l’agricoltura a livello non professionale, i cosiddetti agricoltori part time.
Prossima tappa l’elettrico
In occasione di Eima 2024 Bcs ha proposto il prototipo di un monoasse elettrico denominato “e-780” riconosciuto quale novità tecnica della rassegna. Mosso da un motore elettrice da un chilowatt e mezzo e integrante un secondo motore elettrico da tre chilowatt per azionare le attrezzature, la macchina è alimentata da una batteria “Lfp” “Litio-fero-fesfato”, garantita per oltre quattro mila cicli di ricarica che assicura autonomie di lavoro comprese fra l’ora e mezza e le quattro ore a seconda dell’attività in corso. Il prototipo può ovviamente essere equipaggiata con tutte le attrezzature messe a punto dal Gruppo per i suoi monoasse, mezzi dai quali riprende anche i sistemi di guida e di sicurezza.
Titolo: Motocoltivatori Bcs serie “700”, preziosi da oltre un secolo
Autore: Redazione